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Istantanee: La signora della pasta frolla - Mago Farina
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Istantanee: La signora della pasta frolla

Aveva messo su la sua boutique della pasta frolla dopo aver perso il lavoro. Si chiamava Vera, ma in paese tutti la chiamavano la signora della pasta frolla. Non era stato facile per lei insediarsi in quel borgo.  Un iniziale clima di sospetto e di diffidenza la relegava alla solitudine di una quotidianità scandita solo dai ritmi del proprio lavoro. Poi, come ogni volta accade dopo una novità, la routine aveva assorbito altrove l’attenzione dei residenti, lasciando Vera nella sfera delle cose estranee ma inoffensive. Qualche cliente si era fatto conquistare poco a poco dai suoi prodotti che sapevano raccontare e trasmettere, ancor più della loro creatrice, emozioni autentiche.

Per procurarsi le materie prime doveva raggiungere il paese limitrofo. Per le uova si serviva da un’azienda agricola locale, per le farine dall’ultimo mulino che macinava a pietra.  Aveva potuto conoscere così le storie dietro i volti, le vicissitudini di quelle mani ruvide e avvezze alla fatica di un mestiere che andava scomparendo, fagocitato dal cosiddetto progresso.

Vera si dedicava ai suoi impasti all’alba. Aveva il tempo per farli riposare in attesa della giusta compattezza. Si dedicava ogni settimana a una ricetta diversa: biscotti, crostate, tortini ripieni… Qualsiasi cosa sperimentasse, grazie al suo estro e alla sua creatività vivace e ardita, dal profumo che invadeva i viottoli umidi e silenziosi, ancora bui, si capiva se fosse un successo o un fallimento. Ma in genere si trattava del primo caso.

A svegliarsi per primo accarezzato dalla fragranza calda e invitante del burro e dello zucchero era Ernesto, l’anziano che portava avanti l’unico bar che fungeva anche da piccolo negozio di alimentari. Ernesto abitava a poca distanza dalla boutique della pasta frolla e si poteva dire che per Vera rappresentasse un punto di riferimento costante nonché un cliente affezionato.