fbpx
Istantenee: Mattine azzurre - Mago Farina
2549
post-template-default,single,single-post,postid-2549,single-format-standard,sfsi_actvite_theme_default,ajax_updown_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode_grid_1300,footer_responsive_adv,qode-theme-ver-16.7,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-6.5.0,vc_responsive

Istantenee: Mattine azzurre

Nella scatola di latta c’erano i biscotti per fare merenda. La portavamo in spiaggia, l’estate.
Dopo aver fatto il primo bagno, in un’acqua ancora fredda ma trasparente, la mamma ci asciugava per bene con il telo. Era bello sgranocchiare i suoi biscotti nel mattino che odorava di pasta frolla al cacao e salsedine.

I piedi sotto la sabbia, nascosti. Il costume appiccicato addosso, come i capelli sulla fronte.
La scatola di latta era testimone di quelle mattine azzurre, calme come le onde. Mattine di un’infanzia rimasta là, a cercare conchiglie, cristallizzata alle nostre spalle.

La nostalgia mi prende all’improvviso. Nostalgia di me e di mio fratello ancora liberi dal pensiero della caducità. Liberi di rincorrerci, di azzuffarci, di scavare buche, di spianare piste per le biglie. Liberi di giocare a ping pong e di schizzare la mamma che restava a riva a sgridarci.

Quanta vita, quanta energia, quanta bellezza in quelle mattine estive. Quanta giovinezza sul viso bello della mamma, quanta apprensione se ci allontanavamo troppo verso il largo.

La voce del mare sembra ancora la stessa. Raccontava avventure già un tempo alla mia mente sognatrice e trasparente. Adesso lo sento tacere un po’ di più, tra i palpiti giocosi di un’onda e l’altra. Come se riflettesse.
Forse sono cambiata. Sono cresciuta. E ogni tanto la malinconia prende il timone di questo mio vascello.

Ci si accorge molto più tardi di quanto amore c’era in quella scatola di latta, e in quelle mani che ci afferravano e ci avvolgevano nel telo per asciugarci. Quanta attenzione e quanta premura intorno a noi. Quanto mi mancano quelle mattine azzurre. Quei bambini che eravamo. Quel tempo non ancora consumato che sembrava dilatarsi all’infinito in attesa di esser grandi. Giorni preziosi, lunghi come spumose scie di navi, distanti e magici come canti di mare dentro conchiglie affusolate.

Lei ci ha donato questa bellezza. È grazie a mia madre se posso custodirla con cura nel mio vissuto.